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Pansieri mei di Luigi Liaci

12,00 IVA incl.

Si intitola “Pensieri mei” la raccolta di poesie in dialetto gallipolino di Luigi Liaci edito da Il Raggio Verde, con la bella immagine in copertina di Eugenio Ligetta  che ritrae la bellezza di  un angolo preciso di Gallipoli: la spiaggia della Purità. Nel progetto editoriale i versi, nelle intenzioni dell’autore, sottendono ad un obiettivo preciso : “testimoniare  a futura memoria una Gallipoli ormai perduta, vittima della “modernizzazione” e del cambiare (in peggio) dei tempi. Il dialetto con cui sono scritte le odi risale almeno a cento anni fa, dal momento che l’autore ha  attinto ai manoscritti di suo padre, il poeta dialettale Antonio Liaci.

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COD: ISBN 978889967958 Categoria: Tag: , , ,

Descrizione

Si intitola “Pensieri mei” la raccolta di poesie in dialetto gallipolino di Luigi Liaci edito da Il Raggio Verde, con la bella immagine in copertina di Eugenio Ligetta  che ritrae la bellezza di  un angolo preciso di Gallipoli: la spiaggia della Purità. Nel progetto editoriale i versi, nelle intenzioni dell’autore, sottendono ad un obiettivo preciso : “testimoniare  a futura memoria una Gallipoli ormai perduta, vittima della “modernizzazione” e del cambiare (in peggio) dei tempi. Il dialetto con cui sono scritte le odi risale almeno a cento anni fa, dal momento che l’autore ha  attinto ai manoscritti di suo padre, il poeta dialettale Antonio Liaci.

E a tal proposito così scrive il giornalista, scrittore ed editore Raffaele Polo: «Ci è piaciuta subito questa raccolta di poesie che viene da lontano, dal ‘secolo scorso’ inteso proprio come oltre cento anni fa. Viene dalla comunanza, dalla condivisione, dalla perpetuata successione di padre in figlio di quei sentimenti, di quelle immagini che finiscono per diventare un tutt’uno con la terra che le produce: in questo caso lo specifico della meravigliosa realtà di Gallipoli, punta di diamante di un Salento che offre ancora, nonostante tutto, i luccichii di passati splendori.

Luigi Liaci compie una notevole, unica fatica poetica: riesce a riproporre ed integrare i versi di suo padre, di quell’Antonio Liaci che ha lasciato preziosi manoscritti con le proprie composizioni che immaginiamo scritti con inchiostro su carta ormai ingiallita per l’età…

E, con una gradevole e spontanea leggerezza, i versi di ieri si rivelano facili anche per la contemporaneità, riuscendo a formare un percorso chiaro, netto, comprensibile ed apprezzabile dalle generazioni attuali che, ormai troppo spesso, dimenticano o ignorano le proprie radici.»

Gallipolino, Luigi Liaci è figlio di Antonio Liaci, poeta dialettale. Scrivere versi è una passione scoperta negli ultimi anni, dopo esser ritornato definitivamente nella terra natia. Con i suoi versi vuole essere cronista del mondo che conosceva profondamente e che nel frattempo è molto cambiato. Nelle sue odi descrive il degrado fisico e morale in cui, in questi anni, è caduta la sua amata città. Intervalla queste odi con altre sentimentali e da altre ancora intrise di innata goliardìa.

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