Descrizione
Metamorfosi e fuga di Leo Tenneriello, edizioni Il Raggio Verde
Il titolo del libro “Metamorfosi e fuga” lega i due termini con la congiunzione “e”, ma in effetti il messaggio finale del libro è contenuto nel titolo stesso trasformando la congiunzione in copula, in verbo: la metamorfosi è la fuga.
La prima parte del volume è dedicata all’immagine fiabesca della preda che fugge e del cacciatore/predatore che insegue. “Metamorfosi e identità” sono la posta in gioco nel perenne conflitto tra oppressori e oppressi. “La metamorfosi di fuga come erosione del dominio” è la via per l’emancipazione. La fuga descritta non è una ritirata, ma una fuga di carattere etico da tutte le forme di dominio. Chi fugge, nel libro, fugge da tutte le situazioni di prepotenza, fugge dalla presa del potere nel senso che il potere non lo vuole né per sé né per Altri, rifiuta il concetto di superiorità, non vuole essere dominato e non vuole dominare.
La metamorfosi è la capacità della “preda” di sfuggire agli artigli del “predatore”. L’uomo moderno, consapevole del suo stato di esser preda costante del potere, attraverso la capacità di cambiamento cerca di sottrarsi alle forme di controllo che le forze dominanti attuano costantemente. Si realizza così il miracolo del più debole che, attraverso le sue metamorfosi, fa cambiare forma al più forte, sottraendogli forza.
Il potere per definizione è statico, unidimensionale e conservatore, la metamorfosi è il regno delle molteplicità e, per questo, è una reazione alle forme di dominio.
Dopo aver analizzato i “divieti di metamorfosi”, il concetto di “schiavitù” e la “psicologia dell’afferrare e dell’incorporare”, che sostiene come il potere abita in noi anche attraverso i gesti primordiali, apparentemente innocui e innocenti, il libro, nella parte finale, fa un accostamento singolare fra “La metamorfosi” di Franz Kafka e la resurrezione di Gesù Cristo.
“La metamorfosi come approssimazione verso se stessi” invita al riscatto, all’emancipazione, e nasce da una presa di coscienza del proprio stato. L’uomo che in una notte diviene all’improvviso scarafaggio, un “insetto immondo”, è la metafora dell’ individuo moderno al quale la società ha tolto tutta la sua umanità e lo ha ridotto a essere un “mostro mercantile”.
“La metamorfosi e la crocifissione” rivelano un Cristo, così osannato e ascoltato quando operava miracoli straordinari, che invece resta solo e infamato sulla croce. La società farisaica, così poco incline ai cambiamenti e alle metamorfosi, lo rende bersaglio di tanto disprezzo; tale società educava ed educa le masse a inseguire e adorare la grandezza, la forza e il successo e a disprezzare o compatire gli ultimi, gli umili per poi spartanamente espellerli dal sistema della competizione permanente e unidimensionale.
L’ultimo capitolo fornisce la chiave positiva del libro. La speranza viene alla luce attraverso la consapevolezza della propria fragilità e contraddittorietà. “La bontà nell’insicurezza del suolo” nasce quando avvertiamo che ovunque noi poggiamo i nostri piedi scopriamo un “terreno” instabile, provvisorio, effimero; in questa cognizione di precarietà, che è l’esistenza, ci accorgiamo di essere entità responsabili, per noi e per coloro che ci sono vicini. Condividendo, così, la stessa condizione di debolezza con chi è come noi, ci rafforziamo negli Altri.
Per concludere, “Basta Pagare” e “Metamorfosi e fuga” mettono in luce la fragilità delle relazioni sociali e familiari, sostenute e alimentate principalmente dal Denaro, dal Successo e dal Potere – spiega lo stesso autore che aggiunge: “Questa oscena trinità, che in un periodo come questo di forte crisi, economica e di valori, vediamo all’opera nella sua esemplare capacità distruttiva, continua a essere il mezzo per eccellenza di comunicazione e di affermazione tra gli individui. In un sistema troppo genuflesso al potere se cadi in disgrazia, così come è accaduto al povero Gregorio, protagonista de “La metamorfosi” di Kafka, anche le persone più vicine non ti vogliono più. Siamo tutti, chi più chi meno, adoratori della forza e del successo.
Si salvi chi può o, meglio, la speranza è:
CHI PUO’ SALVI CHI NON PUO'”
© 2009 Il Raggio Verde edizioni
Collana: 14 Dimention diretta A. Fulvio,
Curatore: G. De Pace
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